Tour de France 2023, Tadej Pogacar: “Per due anni ho difeso il titolo al Tour, la pressione era diversa. Quest’anno non ho niente da perdere”

Tadej Pogacar pronto per affrontare il Tour de France 2023. Vincitore delle edizioni 2020 e 2021 e secondo classificato lo scorso anno, il fenomeno della UAE Team Emirates è uno dei due principali favoriti al successo finale alla prossima Grande Boucle, che scatterà sabato 1 luglio da Bilbao. L’altro, ovviamente, è il campione uscente Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma), che nei pronostici parte forse un pelo avanti al 24enne sia per quanto mostrato negli ultimi mesi (e all’ultimo Giro del Delfinato), sia perché lo sloveno è reduce dalla frattura allo scafoide riportata alla scorsa Liegi-Bastogne-Liegi. Un fattore, questo, che ha influenzato in parte la preparazione per il GT transalpino di Pogacar, che comunque sembra aver superato l’infortunio al polso e sembra essere tornato a ottimi livelli, come dimostrato dalla conquista sia del titolo a cronometro che di quello in linea dei campionati nazionali sloveni della scorsa settimana.

Il polso migliora ogni giorno – le parole del classe 1998, riportate da Cyclingnews – Non ho ancora il 100% di mobilità, ma sulla bici mi sento bene. Non ho mai sentito alcun dolore mentre pedalavo, ma forse è perché non spingo mai direttamente sull’osso quando lo faccio, e non riesco a piegare molto il polso. Sembra solo un po’ bloccato, ma sono felice che non ci sia dolore. Quindi, ho potuto fare un buon allenamento in queste ultime settimane“.

Ero un po’ preoccupato la seconda settimana dopo l’infortunio, quando avevo l’ingessatura completa, perché non riuscivo nemmeno a salire sui rulli – ha proseguito il corridore della UAE Team Emirates – Ma ho avuto un bell’aiuto da alcuni bravi fisioterapisti e mi hanno fatto un calco di plastica per essere più agile. Dopodiché, ero abbastanza sicuro di poter fare la giusta preparazione per luglio e ogni giorno ero più fiducioso di poter essere al 100% al Tour. Da quel momento in poi non ho più avuto dubbi”.

Non ci sono stati dunque troppi ritardi nella preparazione del 24enne: “Direi che ho iniziato l’allenamento vero e proprio qualche giorno dopo rispetto a quanto avrei fatto se non fossi stato infortunato e per le prime settimane ho compensato l’allenamento a bassa intensità con la corsa, l’escursionismo e persino il nuoto. Ho praticato molti sport diversi e ho trascorso molto tempo sui rulli. Il numero totale di ore era più o meno lo stesso di quando mi allenavo normalmente, e l’intensità era ancora più alta. Fino al ritiro in Sierra Nevada l’allenamento è stato un po’ diverso. Ma una volta arrivato in Sierra Nevada, il mio livello base era buono, quindi l’abbiamo solo completato con alcuni sforzi e un lavoro intenso. Forse questo approccio al Tour sarà anche migliore del solito, arrivando un po’ più fresco”.

Parlando del suo principale rivale, il fenomeno sloveno è rimasto piuttosto impressionato dalla performance di Vingegaard al Giro del Delfinato: “Ha dimostrato di poter vincere la gara quasi con una gamba sola. È sembrato essere in grandissima forma. Quindi, ora tutti gli occhi sono puntati su di lui, sarà il “personaggio” principale del Tour. Al Delfinato ha cercato di dimostrare di essere dominante, di poter vincere facilmente, e penso che ora, al Tour, tutti cercheranno di vedere cosa farà. Io non corro dalle Ardenne, sono stato infortunato, e altri corridori del Delfinato che sono tra i principali concorrenti [per il Tour] non sono riusciti a seguire Jonas. Quindi, tutti si aspetteranno che lui vinca facilmente il Tour“.

Il fatto che Vingegaard parta con i favori del pronostico, però, alleggerisce un po’ la pressione su Pogacar: “Per due anni ho difeso il titolo al Tour, e questo è un tipo di pressione diverso rispetto a quando attacchi. Quest’anno non ho niente da perdere. Sto tornando da un infortunio e qualunque cosa accada, accadrà. Penso di essere in buona forma, ma non sai mai cosa può succedere. Di sicuro, ho una mentalità completamente diversa rispetto allo scorso anno“.

Infine, non è mancato un pensiero per la tragedia occorsa a Gino Mäder al Giro di Svizzera: “Quello che è successo è davvero triste. È una tragedia. Gino non aveva nessuno che lo odiasse, non aveva cattivi rapporti con nessuno del gruppo, e lo stesso vale per i giornalisti. Penso che sia sempre stato molto gentile e amichevole con tutti. È stato un grande shock. Abbiamo corso molto insieme e abbiamo avuto belle battaglie, come al Tour de l’Avenir. Sono onorato di aver potuto correre con lui“.

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